Fiaba personalizzata per educare
Questa fiaba personalizzata in rima è stata commissionata per Anna, che ha già 12 anni, è romantica, adora cantare e ballare, i cavalli, e sogna di solcare i palcoscenici. La piccola sente un po’ bisogno di conferme, e la sua mamma, che le ha donato la favola, vorrebbe trasmettere ad Anna il messaggio che lei va benissimo così, anche con i suoi difetti, ed è apprezzata esattamente per quello che è.
Il dono del canto
Storia di Anna che si innamorò delle stelle, cavalcò il tempo e scoprì il futuro.
Ho ascoltato questa storia
passeggiando tra le stelle,
l’ho appoggiata sulla terra
tra le cose belle belle;
sulla terra dove è nata,
e, partendo da una culla,
da una bimba è poi sbocciata
una splendida fanciulla,
che era dolce come il miele,
come il vento e la bellezza,
con un cuore caro e buono
e negli occhi una promessa:
di cantare e di ballare
e solcare mille palchi,
diventare la regina
di teatri e rotocalchi.
Per di più vi potrei dire
che non era messa male,
si trovava una vocina...
un piacere da ascoltare!
Si allenava tutti i giorni,
poi andava dalla mamma,
disegnava coi gessetti,
molto bene! Brava Anna!
Guarda un po’ che fanciullina,
dal disegno al canto al ballo,
tanti amori nel suo cuore,
non da ultimo, il cavallo!
E difatti fu un cavallo,
imponente come aspetto,
che, una notte luminosa,
le comparve innanzi al letto.
Sulle prime pensò a un sogno;
se lo era, era assai serio:
lo poteva accarezzare,
si chiamava Desiderio.
L’animale le sorrise;
per mostrarle di esser vero
la invitò a saltargli in groppa
e divenne il suo destriero.
Il cavallo si alzò in volo
e sfrecciando insieme al vento
la portò in alto nel cielo
fino quasi al firmamento;
con la notte tra i capelli,
aggrappata sulla sella,
Anna vide il mondo intero,
poi la luce di una stella
e scorgendo tutte le altre
che brillavan come in coro
disse forte ad alta voce:
“Voglio anch’io esser come loro!”
«Per brillare fino al cielo»
disse l’altro «c’è bisogno
di seguire il tuo bel cuore
e far avverare un sogno.
E poiché ti voglio bene
e di te sono sicuro
ecco, voglio darti in dono
un pezzetto di futuro.»
Detto fatto! In un sol colpo,
come in un enorme salto,
si trovò la dolce Anna
dritta in mezzo a un grande palco
e con cento ballerini
e duemila spettatori
cantò come un usignolo,
ricevendo in dono fiori
ed abbracci e complimenti
e l’encomio di un sovrano,
che arrivò dietro le quinte
sol per stringerle la mano.
Dirò poi che tra gli inchini,
quando si chiuse il sipario,
da quanti erano gli applausi
si commosse l’impresario!
Mentre un bravo ballerino
le faceva un sorrisone,
era brava, ma – scoperse –
non per tutte le persone.
E da tanto che era fiera,
si sentì mancare il cuore,
quando vide sul giornale
quel che scrisse un detrattore
che diceva che era bassa
e col fare inelegante,
con la voce di melassa
e le orecchie da elefante.
Ci rimase così male!
Non riusciva darsi pace!
Tutti quanti a consolarla...
Niente! Tutto inefficace.
Alla notte seguì il giorno
ed un grande giornalista
la invitò presso il giornale
per proporle un’intervista.
Ma arrivata in redazione
– che visione sconvolgente! –
vide un nome su una porta:
era di quel maldicente!
Sbirciò allora zitta zitta
e ecco, dietro la fessura,
una donna piccolina,
di bassissima statura,
con due orecchie tanto grandi
che pareva un coniglietto
e avanzava zoppicando
e parlava, ma in falsetto.
Con il cuore un poco stretto,
Anna colse in quel momento,
come chiunque ti ferisca
provi lui il primo tormento,
ti descrive coi suoi occhi,
però in testa ha come un secchio
e qualunque cosa dica,
sta guardando in uno specchio.
E capito che ebbe questo,
si sentì invadere il cuore,
di un bel canto luminoso,
una nota per colore.
Era un canto di perdono,
che diceva “non fa niente”,
lo cantò allora in teatro,
lo donò a tutta la gente,
lo donò ed era il suo cuore,
che era pieno e si riempiva,
e nemmeno le importava
della gente che applaudiva,
c’era un solo grande applauso
dentro il cuore, condiviso,
sulle labbra, dentro gli occhi,
e non era che il sorriso
e la gioia della gente,
solo quella le importava,
non che le dessero niente,
non sapere che era brava.
Ecco quale dono immenso
il destriero fece ad Anna:
cavalcando il desiderio
si va incontro ad una fiamma
da cercare in mille sogni
che son strade dentro al cuore,
quando le hai percorse tutte
non ti resta che l’amore.